Un bar affollato in un centro urbano: file di tazzine, discussioni veloci, quell’odore di tostato che riempie l’aria. Per molte persone in Italia il caffè non è solo una bevanda, è un gesto che apre la giornata e scandisce i pasti. Negli ultimi anni questo gesto quotidiano è diventato anche oggetto di attenzione in ambito nutrizionale: la cosiddetta dieta del caffè viene proposta come strategia per accelerare il consumo calorico e favorire la perdita di peso. Qui non troverete promesse sensazionalistiche, ma una mappatura pratica di quello che la sostanza più studiata nel caffè — la caffeina — mostra di poter fare sul corpo e su quali cautele adottare. Un dettaglio che molti sottovalutano è la variabilità individuale nella tolleranza: chi vive in città lo nota ogni giorno, con reazioni diverse dopo le stesse quantità.
Come agisce il caffè sul corpo
La prima domanda è semplice: cosa succede dopo una tazzina? La caffeina agisce sul sistema nervoso centrale e ha un effetto termogenico, cioè aumenta la produzione di calore corporeo e il dispendio energetico a riposo. Questo meccanismo è alla base dell’ipotesi che il caffè possa aiutare a perdere peso: aumentando il metabolismo, si bruciano più calorie anche fuori dall’attività fisica mirata. Secondo alcuni studi recenti, l’effetto è modesto ma significativo se inserito in un contesto alimentare adeguato.

Oltre al metabolismo, il caffè influenza la digestione. Assunto dopo i pasti, stimola la secrezione gastrica e può ridurre la sensazione di pesantezza; per alcune persone questo si traduce in un miglior controllo della sazietà. Un altro aspetto osservato è l’azione sul appetito: la caffeina può avere un effetto soppressivo temporaneo, utile per limitare gli spuntini impulsivi. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la variazione della risposta metabolica con il cambiamento di abitudini e attività fisica.
Esistono anche ipotesi, ancora in fase di studio, su una parziale riduzione dell’assorbimento dei grassi a livello intestinale associata al consumo di caffè. Non si tratta di una soluzione autonoma: il valore reale emerge quando il caffè si integra con una dieta equilibrata e con attività fisica regolare. Infine, è utile ricordare che una tazzina di caffè amaro apporta circa 3 calorie, il che lo rende una scelta a basso impatto calorico rispetto a molte bevande dolci.
Seguire il regime con prudenza
Se si decide di sfruttare il caffè come supporto alla perdita di peso, la pratica richiede regole semplici e attenzione. Le linee guida più diffuse suggeriscono di consumare tra 3 e 5 tazzine al giorno, distribuite tra mattina, dopo pranzo e nel pomeriggio, evitando il consumo serale per non interferire con il sonno. È importante usare solo caffè amaro, senza zucchero o dolcificanti che annullerebbero il beneficio calorico. Un dettaglio che molti sottovalutano è la tendenza a “mascherare” il sapore con aggiunte caloriche, vanificando l’effetto desiderato.
Per chi cerca varianti, la cannella è spesso indicata come spezia da aggiungere: ha proprietà che possono influire sul controllo glicemico e aggiunge sapore senza calorie. Sul fronte delle forme di estrazione, la espresso contiene mediamente tra 80 e 100 mg di caffeina per tazzina, la moka è simile, mentre il caffè filtrato può arrivare a dosi più alte. In linea generale la soglia raccomandata per un adulto sano è intorno a 400 mg di caffeina al giorno; oltre questa quantità aumentano i rischi di dipendenza e di effetti collaterali come palpitazioni e insonnia.
Chi ha ipertensione, disturbi del sonno, gastrite o è in gravidanza dovrebbe evitare questo approccio o consultare uno specialista prima di modificarne l’uso. Nella pratica quotidiana, un esempio sostenibile è iniziare la giornata con un bicchiere d’acqua, una tazzina di caffè, un frutto e una fonte proteica leggera; a pranzo e cena preferire porzioni controllate, verdure e proteine magre, con il caffè a chiusura del pasto. Un fenomeno che molti italiani stanno già osservando nelle proprie abitudini è l’uso consapevole del caffè come piccolo alleato, non come scorciatoia: il risultato concreto dipende sempre dall’equilibrio complessivo della dieta e dallo stile di vita.
