Una bolletta che sale e la porta della cantina piena di caldaie vecchie: è una scena comune nelle città e nei paesi italiani, e da qui parte l’idea del nuovo incentivo. Il bonus casa green 2026 vuole intervenire proprio su questo, offrendo fino a 1500 euro per lavori che migliorano la efficienza energetica senza richiedere una ristrutturazione totale. Non si tratta di un’operazione spettacolosa, ma di un sostegno pensato per chi può intervenire con piccoli interventi pratici e misurabili. Lo scopo è chiaro: spingere verso edifici meno energivori con misure accessibili e rapide, allineandosi alle direttive europee sulle case più efficienti. Un dettaglio che molti sottovalutano: la cifra non è enorme, ma può coprire una buona parte dei costi per interventi mirati, soprattutto se messi insieme ad altre agevolazioni.
Chi può ottenere i 1500 euro e quali sono i requisiti
Per chiedere il contributo bisogna rispettare condizioni sia personali sia legate all’immobile. Le persone ammissibili sono le persone fisiche maggiorenni, con la possibilità che vengano introdotti limiti di ISEE o soglie di reddito per focalizzare il beneficio su chi ne ha maggiore necessità. Sul fronte dell’immobile, l’agevolazione è rivolta agli immobili ad uso abitativo, incluse le seconde case se rispettano i requisiti tecnici previsti dalla normativa.

Non tutte le unità immobiliari saranno eleggibili: chi sta ristrutturando o chi acquista una nuova costruzione potrebbe essere escluso, così come alcune categorie catastali non residenziali. La normativa chiarirà le classi energetiche di partenza ammesse e le categorie catastali accettate; per ora è prudente considerare che saranno necessari APE e documentazione tecnica specifica. Un aspetto pratico che emerge dai tecnici del settore è che, in diverse città italiane, chi vive in condomini chiede già chiarimenti sulla possibilità di cumulabilità con interventi condominiali.
Interventi ammessi, procedura e cumulo con altri incentivi
Il punto di forza del bonus è la lista di lavori a basso impatto che danno diritto al contributo. Tra gli interventi più citati figurano la sostituzione della caldaia con modelli a condensazione, l’installazione di pompe di calore, la sostituzione degli infissi con soluzioni a risparmio energetico, l’installazione di schermature solari e l’adozione di sistemi di building automation per gestire riscaldamento e consumi. Questi interventi, lo raccontano i professionisti, migliorano la classe energetica senza dover aprire cantieri estesi.
La procedura richiederà documenti precisi: l’APE ante e post intervento, fatture dettagliate e bonifici parlanti. È raccomandabile rivolgersi a un tecnico abilitato o a un consulente fiscale per preparare la pratica e verificare le scadenze. Le domande potrebbero essere presentate attraverso piattaforme online dedicate o integrate nella dichiarazione dei redditi, a seconda delle modalità che saranno indicate.
Sul fronte della cumularità, il bonus può spesso essere combinato con Ecobonus o Bonus Ristrutturazioni, ma con limiti e regole precise: è necessario verificare le condizioni per non superare le soglie o duplicare agevolazioni per la stessa spesa. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è l’aumento delle richieste di consulenza tecnica: chi sente freddo in casa cerca rapidamente soluzioni concrete. Nei quartieri con edifici datati, la misura può tradursi in interventi diffusi che abbassano i consumi e, sul lungo periodo, riducono il peso delle bollette familiari.
