La stanza è fredda, la bolletta pesa e la domanda è sempre la stessa: come riscaldare senza sprecare? In molte case la soluzione non è un grande investimento, ma una serie di accorgimenti pratici che fanno la differenza: dalla gestione delle valvole alla scelta di piccoli dispositivi che convengono solo in certi usi. Chi abita in palazzi con impianti centralizzati lo nota ogni stagione: un radiatore che non scalda può dipendere da semplici bolletti d’aria o da regolazioni sbagliate.
Un dettaglio che molti sottovalutano è la sequenza di operazioni nei primi giorni di accensione: non basta “alzare tutto” per avere più calore. Un approccio ragionato permette di ridurre dispersioni, aumentare la resa dei termosifoni e limitare il consumo. Ecco cosa fare, passo dopo passo, con suggerimenti pratici e qualche alternativa per chi non può intervenire sull’impianto.
Cosa fare all’accensione e la regolazione delle valvole
All’avvio della stagione i radiatori vanno controllati da cima a fondo: se avete impianti centralizzati è consigliabile tenere le termovalvole completamente aperte i primi giorni per verificare il funzionamento generale. Se il radiatore risulta tiepido o freddo in alto, è probabile che sia necessario sfiatare: la valvolina di sfiato è spesso sul lato opposto all’ingresso dell’acqua, e va girata con cautela tenendo pronte una brocca e uno strofinaccio. Fate uscire l’aria fino a quando non compare un filo d’acqua, poi richiudete e asciugate.

Dopo lo spurgo è il momento di regolare la valvola termostatica: portarla da posizione 5 a una posizione intermedia, generalmente 2 o 3, permette di mantenere una temperatura confortevole risparmiando energia. L’apertura massima di tutte le valvole non produce più calore utile, anzi equivale ad alzare il termostato di tutta la casa e aumenta la spesa. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la necessità di ripetere lo sfiato nei primi giorni, specialmente dopo lavori o manutenzioni dell’impianto.
La pompa di calore resta il sistema più efficiente per riscaldare e contenere i costi nell’arco dell’anno, ma per chi non può sostituire l’impianto questi interventi semplici contribuiscono a un rendimento migliore e a bollette meno dolorose.
Modifiche semplici in casa e dispositivi portatili
Per limitare le dispersioni è utile intervenire sui dettagli: installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone convoglia verso la stanza il calore altrimenti perso attraverso il muro. Non basta la carta stagnola: meglio scegliere pannelli con uno spessore minimo che diano struttura e capacità isolante, fissati con biadesivo o puntine. Un altro accorgimento pratico è liberare lo spazio davanti ai termosifoni: mobili o tende spesse ostacolano l’irradiazione e riducono l’efficacia del radiatore.
In giornate soleggiate aprire le persiane per far entrare la luce solare offre un contributo gratuito, mentre chiudere tapparelle e porte quando cala il sole aiuta a limitare gli scambi d’aria. Limare gli spifferi con guarnizioni o nastri può ridurre il volume da riscaldare e migliorare il comfort complessivo; è un piccolo intervento che molti sottovalutano ma che incide sulla spesa annua.
Fra i dispositivi portatili, le lampade e le stufette a infrarossi danno una sensazione di calore immediata e direzionale, simile al tepore del sole: sono silenziose e utili in postazioni fisse, ma la loro efficacia diminuisce fortemente con la distanza e spesso non hanno termostato, quindi vanno spente quando ci si allontana. I termosifoni elettrici portatili, riempiti di olio, funzionano grazie a una resistenza elettrica che scalda l’olio fino a trasferire calore per convezione: sono confortevoli e adatti a usi prolungati, ma consumano corrente e conviene usarli poche ore al giorno.
Interventi strutturali e alternative da valutare
Per chi può investire, migliorare l’isolamento è la soluzione più efficace: infissi ermetici e guarnizioni nuove riducono le perdite, mantengono la temperatura e aumentano la resa dell’impianto nel tempo. È un intervento con tempi e costi da valutare, ma che alla lunga si traduce in un risparmio concreto nelle bollette, specie nelle abitazioni del Nord e del Centro Italia con grandi differenze termiche stagionali.
Per riscaldare ambienti occasionali, come una taverna o una depandance, le stufe a pellet possono essere una soluzione pratica: scaldano rapidamente locali non collegati all’impianto principale, anche se il costo del combustibile va considerato. I quadri a parete riscaldanti risultano spesso poco convenienti rispetto a termoventilatori o infrarossi. Per la persona, la termocoperta è un’alternativa efficiente nelle stanze poco riscaldate, utile per la notte o per ridurre la necessità di tenere alte le temperature ambientali.
Un aspetto che sfugge a chi vive in città è l’effetto dell’abbigliamento: pantofole isolanti, strati leggeri e maglioni di lana riducono la sensazione di freddo e permettono di tenere il riscaldamento a livelli più bassi. Alla fine, intervenire su impianto e involucro e adattare comportamenti quotidiani porta a una casa più calda con spese contenute: non è un colpo di scena, ma una serie di scelte concrete che molte famiglie stanno già mettendo in pratica.
