Caffè sempre più caro: le vere cause tra meteo, rotte via Mar Rosso e cambio euro-dollaro

Caffè sempre più caro: le vere cause tra meteo, rotte via Mar Rosso e cambio euro-dollaro

Luca Antonelli

Novembre 24, 2025

Un barista in centro città aggiorna la lavagnetta con un numero diverso: la tazzina non costa più quel che costava qualche mese fa. È una scena che si ripete in molte vie italiane: il conto di una bevanda che prima era scontata ora pesa di più nel portafoglio. Dietro a quel numero ci sono cause lontane e intrecciate, dalla coltivazione alla nave che porta il carico fino al distributore automatico. Lo raccontano gli operatori del settore e i tecnici che monitorano la filiera: non è un singolo evento, ma una concatenazione di fattori che ha cambiato il mercato del caffè.

Perché i prezzi sono saliti: clima, logistica e speculazione

La base del problema parte dalle aree di produzione. La forte siccità e gli eventi meteo estremi nelle regioni di coltivazione hanno colpito i raccolti: il caso più rilevante coinvolge il Brasile, principale fornitore mondiale, con rese inferiori alla media. Allo stesso tempo il rapporto tra valuta europea e dollaro — il cosiddetto euro-dollaro — si è mosso in modo sfavorevole per gli importatori, aumentando il costo a frontiera delle materie prime. Un ulteriore elemento logistico è la scelta di evitare il passaggio per il Mar Rosso in funzione dei rischi e delle restrizioni: navi che deviano, rotte più lunghe, tempi di consegna maggiori e costi di trasporto che crescono.

Caffè sempre più caro: le vere cause tra meteo, rotte via Mar Rosso e cambio euro-dollaro
Caffè sempre più caro: le vere cause tra meteo, rotte via Mar Rosso e cambio euro-dollaro – coffestore.it

Il mercato ha reagito in modo violento. Le quotazioni della Robusta sono quasi raddoppiate, mentre l’Arabica ha registrato un +55% in pochi mesi: movimenti che hanno stimolato speculazioni finanziarie e volatilità. Un dettaglio che molti sottovalutano è la convergenza tra problemi fisici di offerta e strumenti finanziari che amplificano il trend: il risultato è un prezzo della materia prima che si riflette rapidamente lungo tutta la filiera, dal magazzino del grossista fino alla tazzina del consumatore. Chi segue il mercato lo nota nei listini e nei contratti d’acquisto, e questi elementi spiegano perché i rincari non siano transitori ma legati a dinamiche strutturali.

L’impatto su bar, vending e consumatori e le scelte possibili

Per il consumatore italiano il cambiamento è tangibile: il prezzo medio di una tazzina al banco nelle grandi città si è spostato verso cifre più alte, con valori che raggiungono i 1,38 euro in realtà come Bolzano. Rispetto a qualche anno fa, la variazione percentuale è significativa: si parla di aumenti che si riflettono anche in conti quotidiani e abitudini. Località come Pescara e Bari hanno registrato incrementi particolarmente marcati, segnalando come l’impatto sia diffuso e non limitato a pochi centri urbani.

La reazione dei consumatori si traduce in comportamenti concreti: ricerche di promozioni in aumento marcato e interesse per alternative come orzo, ginseng o tè. Nel comparto del vending la pressione sui margini è ancora più evidente: oltre alla materia prima sono saliti i costi di bicchierini e palettine, e la transizione verso materiali ecocompatibili ha inciso sui prezzi di fornitura. Per questo un gestore vending che propone una tazzina a 50 centesimi rispetto ai 35 di qualche tempo fa non sta necessariamente aumentando il profitto, ma cercando di coprire costi crescenti.

Vale una regola pratica: prezzi troppo bassi possono tradursi in qualità inferiore o manutenzione scadente delle macchine. I grossisti sottolineano l’esigenza di adeguare i listini per mantenere standard e sostenibilità della filiera, ma la sfida resta trovare un equilibrio che tuteli il cliente senza compromettere la sopravvivenza dei locali. Un dettaglio che molti notano nella vita quotidiana è la frequente revisione dei prezzi sulle lavagnette dei bar: è l’immagine che mostra quanto le dinamiche globali arrivino fino al bancone, e che molti italiani ormai osservano ogni volta che chiedono una tazzina.